Da Velon all'Alpe Presena

… sulle ormai labili tracce della Grande Guerra.


Lunga ma comoda scarpinata tra storia e natura, tra turismo e agricoltura di montagna, lungo i sentieri e le strade ex militari sul fronte del Tonale.

“Da Velon all'Alpe Presena” è uno degli itinerari in Val Vermiglio che Daniele Bertolini nel suo libro “La prima guerra mondiale sui monti del Tonale” offre agli escursionisti interessati a riscoprire i resti delle opere che il grande conflitto aveva disseminato su quelle che furono terre e cime contese sul fronte dei passi Tonale e Montozzo.




Seguendo le indicazioni del libro, la mia lunga passeggiata, in compagnia dell'amico di sempre, ha inizio poco oltre il solitario albergo “Al Foss” che si incontra salendo lungo la statale del Tonale. In uno slargo della S. S. n. 42 parcheggiamo quindi l'automobile e discendiamo a piedi per poche centinaia di metri sulla provinciale per Velon-Stavel fino ad imboccare sulla destra la pianeggiante stradina ex militare che conduce a Forte Velon...





...ai ruderi del minuscolo Forte Velon. Fortino diroccato, soffocato dal bosco fitto ma ancora leggibile nei suoi tratti essenziali... ed è riconoscibile anche il tratto iniziale della poterna o capponiera, la lunga scala blindata in calcestruzzo di collegamento con il sovrastante ForteStrino.






Superato il forte proseguiamo in discesa nel bosco per sentieri e viottoli di campagna fino a raggiungere sul fondovalle la ex strada militare che porta all'alta Val Presena e al Tonale.





Siamo circondati da una densa vegetazione arborea ed arbustiva che a tratti si apre consentendoci di ammirare un paesaggio alpestre di grande bellezza con la cima Presanella innevata che si eleva solitaria dalle infinita successione di verdi conifere che copre interamente i versanti sottostanti.






I raggi del sole nascente filtrano tra le fronde degli abeti e rischiarano le orchidee maculate nell'ombra scura e umida del bosco... e illuminano qua e là una fioritura multicolore, illuminano fiori stranamente appena sbocciati nella stagione ormai avanzata.





Ma eccoci tra i prati del fondovalle e percorse poche centinaia di metri raggiungiamo due caverne blindate che si affacciano sul bordo destro della strada: ricovero dei pezzi di artiglieria campale di grosso calibro destinati a colpire le postazioni italiane arroccate sulla cresta del Castellaccio-Lagoscuro. Da qui venne centrato anche il forte italiano Corno d'Aola con un grosso mortaio da 305.






Proseguiamo in leggera salita lungo la strada che ora si addentra nell'abetaia fino a raggiungere i pascoli di Malga Pecé.





La malga durante il conflitto mondiale era sede del sottocomando del “Rayon II Tonale” attinente il fronte sul versante orografico destro di Val Vermiglio. Da qui passavano i rifornimenti e le truppe destinate all'Alta Val Presena chiusa tra i Monticelli e la Busazza passando per le cime del Castellaccio, Lagoscuro e Presena.




Ma nulla rimane a ricordo di quel triste periodo. Oggi la Malga Pecé è stata ristrutturata, sostanzialmente ricostruita, ed è “condotta” da una famiglia di allevatori del posto che durante la bella stagione vi monticano bovini e capre da latte. Qui i turisti possono assistere alla “caserada” dimostrativa (caseificazione del latte caprino) ed acquistare salumi caserecci e prodotti della lavorazione del latte.





La Malga è posta a monte del pascolo proprio dove il versante sinistro della valle abbandona la sua lieve pendenza ed inizia a farsi erto e selvaggio. Da quassù si gode un magnifico panorama che va dal bosco di fondovalle fino alle rocce e ai ghiacci delle cime sovrastanti.





La strada prosegue ora nel bosco sempre in leggera salita e con una serie di tornanti risale le pendici nord est dei Monticelli. E qui incontriamo le capre di Malga Pecé, nel folto del ripido bosco, distese a ruminare e riposare all'ombra delle conifere.





La Busazza si fa sempre più vicina e il bosco che si fa sempre più rado. Gli abeti rossi lasciano gradualmente il posto ai larici, al ginepro e agli ontani verdi. Qua e là spiccano tra il verde intenso delle felci le infiorescenza intensamente blu delle piante ormai altissime di “radicchio dell'orso”.




Il fondo stradale del tracciato ex militare che sale verso il passo del Tonale è stato recentemente livellato e consolidato e oggi è scelto dai turisti per le loro passeggiate ma soprattutto dai numerosi amanti della mountain bike (è questo infatti il percorso scelto per il prolungamento della ciclabile della Val di Sole). In alto, in corrispondenza ad un tornante, la strada si biforca e noi proseguiamo sulla sinistra dirigendoci verso l'ultima meta, l'Alpe Presena.




La vista si apre in basso sull'alta Val di Sole e in alto sul Monte Tonale Orientale con le sue verdi propaggini che discendono fino a sfiorare i ruderi di Forte Zaccarana... Lassù, sulle creste che degradano ripide verso la Val di Strino era posizionata la prima linea austroungarica...





Raggiungiamo ben presto una fontana scavata in un tronco. Nei dintorni sono visibili delle caverne, alcune incompiute, scolpite nella roccia. Appena a valle della strada notiamo i resti dei muri a secco che sostenevano un terrapieno. Probabilmente qui era localizzata la stazione di arrivo di una teleferica.






E in pochi minuti arriviamo al pascolo dell'Alpe Presena... un prato circondato dal bosco di larici e dominato frontalmente dal bastione della Busazza e lateralmente dalla Cima Presena e da un minuscolo tratto dell'omonimo ghiacciaio.





Riposiamo e ci ristoriamo ai margini del pascolo in un'area di soste ben attrezzata. La zona, pulita e curata, è sicuramente molto frequentata dai turisti che la possono raggiunger in tempi molto brevi partendo dalla strada statale del Passo del Tonale (imboccando la strada militare nei pressi del depuratore).





Avanziamo ancora esplorando i dintorni... avanziamo lungo una stradina e poi lungo un sentiero che attraversano un bel bosco di conifere... avanziamo nel sottobosco di ginepro e tra gli alti cespugli di mirtillo nero fino a raggiungere il Torrente Presena...





… torrente che ora scende sinuoso e tranquillo nel fitto ontaneto di alta montagna tra sabbie, sfasciumi e massi dopo essere precipitato tra le rocce verticali dalla conca dell' “Alveo del Lago Presena” ( detta del “Cantiere”) più su, quasi ai piedi della Busazza...





Procediamo e arriviamo così al “Bait delle Raseghe” piccolissima costruzione addossata ad un grande masso, semplice riparo di emergenza per l'escursionista colto dal temporale o per il cacciatore in attesa delle prime luci dell'alba.




Paesaggisticamente e floristicamente interessanti i dintorni del minuscolo bivacco... zona selvaggia ma facilmente penetrabile attraverso il sentiero ben tenuto, zona ricca di acque di vegetazione varia e intricata, conca dalla quale lo sguardo si eleva quasi verticale sulle creste strapiombanti della Busazza e sugli ormai minuscoli resti dei suoi ghiacciai.





Al ritorno, lasciata la strada ex militare poco prima di incontrare il torrente Vermigliana che scende ripido dalle torbiere del Tonale, seguiamo il sentiero diretto al Ponte degli Alpini e al Forte Pozzi Alti. Lo seguiamo ma solo fino a raggiungere il fondovalle.






Qui in una radura nel bosco di conifere rinveniamo i muri a secco a sostegno dei terrapieni che ospitavano le baracche in legno del villaggio militare destinato all'acquartieramento dei reparti in avvicendamento sul fronte del Presena.





Questa è l'ultima labile traccia, l'ultimo dei residui del Conflitto Mondiale che la nostra lunga scarpinata ci ha consentito di ritrovare e osservare... una delle poche impronte ancora riconoscibili della terribile Grande Guerra che cento anni fa imperversò anche sui nostri monti, i monti del Tonale.



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