Ai piedi della Cima Busazza


Breve escursione, nella zona di passo Tonale, che si può comodamente effettuare in mezza giornata.


Poco oltre la Cantoniera del Tonale si lascia la statale e si scende sulla sinistra, per poche centinaia di metri, fino al depuratore dove conviene parcheggiare. Si prosegue seguendo una strada ampia e comoda ma dal fondo malridotto, che porta al “Cantiere” ai piedi della Cima Busazza. Questa la meta della nostra breve scarpinata ma volendo si può proseguire per altro sentiero fino al Passo Paradiso.
Il “Cantiere” prende il nome dai lavori, mai effettuati, se non per l’apertura della strada, che avrebbero dovuto consentire l’utilizzo delle acque del Torrente Presena per scopi idroelettrici.
La località è piuttosto frequentata sia in estate che in inverno costituendo tra l’altro punto di passaggio per la pratica dello sci fuori pista e dello sci alpinismo. Le immagini che ho postato mostrano come la zona sia suggestiva e molto particolare per la ricchezza d’acqua, con il piccolo laghetto, e i torrentelli che si distendono sinuosi nelle ampie zone pianeggianti, ricche di fiori, rododendri, genziane, eriofori… Il luogo si presta per una sosta prolungata o per un pranzo al sacco domenicale con la famiglia. I bimbi possono giocare con la sabbia e l’acqua, mentre i genitori possono raccogliere, nei dintorni, qualche giovane pigna, o qualche germoglio di pino mugo, ottimi per preparare in casa lo sciroppo per la tosse o per aromatizzare la grappa.


Circa a metà della salita, poco prima di una galleria, sulla destra si trova un piccolo spiazzo pianeggiante, alquanto paludoso e nascosto alla vista dai cespugli di ontano verde e dai mughi. Qui in primavera si possono osservare i galli di monte in amore. Un tempo, con il fratello, raggiungevo questo balz in piena notte con le ciaspole ai piedi. Attendevamo, ben nascosti, il planare dei forcelli, preceduti, nel silenzio della montagna, dal rugolio e dai primi potenti fischi che annunciavano il sopraggiungere dell’alba. Di tanto in tanto sfrecciavano nella radura, ancora coperta di neve, le lepri ancora bianche, appena riconoscibili alle prime luci del giorno. Il cuculo lanciava il suo richiamo dalla cima di un larice. Due, tre galli si esibivano nella loro danze d’amore ma, come d’incanto, al sorgere del sole tornava la quiete, era tutto silenzio, rotto solo dal cinguettio di qualche cincia. Si scendeva a valle e, durante il cammino poteva accadere di osservare qualche capriolo o una volpe sulle tracce della lepre. Bei ricordi.


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1 commento:

Anonimo ha detto...

bello, peccato non si capisca pressoché nulla del percorso. Servirebbero indicazione più chiare o meglio ancora una mappa..