Laghi del Malghetto di Mezzana


Lago del Malghetto inferiore





Sembra impossibile, quasi un sogno, che sul versante settentrionale della Val di Sole, intensamente antropizzato e ambientalmente mortificato dall’industria dello sci intensivo, possa ancora sopravvivere un sito bello e integro come quello che ospita i due laghi del Malghetto. Ma è vero: sono due piccoli laghi, due perle, alla testata della Val Lares, a circa 2000 m di quota, posti in successione anche altimetrica a brevissima distanza l’uno dall’altro.


Li ho raggiunti, in compagnia di mia figlia, partendo dalla “fantasmagorica” Marilleva 1400, raggiunta in auto dopo un decina di chilometri percorsi sulla strada provinciale che prende inizio alla periferia di Mezzana. Più o meno due ore di noioso cammino, tra fitti boschi di produzione che salendo si fanno via, via più radi e floristicamente più interessanti. Panorama sostanzialmente assente, vista neutralizzata dalla fitta barriera di conifere. A poca distanza dai laghi il sentiero sfiora l’abbandonato Malghetto Copai: edificio dei pastori pulito ma del tutto vuoto e “stallone” cadente, pericolante. L’alpeggio in molte malghe della zona è ormai solo un ricordo, cosa d’altri tempi…







Quando arriviamo in riva al primo laghetto il sole è ancora basso e illumina solo una parte ed un versante dello specchio d’acqua; situazione favorevole per le mie prime fotografie…




Saliamo al secondo lago, dieci minuti in leggera salita, e subito osserviamo con enorme sorpresa un airone cenerino intento a pescare in prossimità delle sponde, tra la vegetazione palustre. Ferragosto al fresco delle alte quote anche per l’airone; mai mi era capitato di incontrarne uno a queste altezze… non sarà per caso anche questa una conseguenza dei cambiamenti climatici in atto?



Ritorniamo a valle scegliendo un percorso diverso. Poco sotto il Malghetto Copai deviamo per un sentiero ben segnato che ci porta prima all’arrivo della seggiovia al Rifugio Orti e quindi a Malga Panciana (che di malga ha oggi solo il nome essendo ormai un moderno ristorante, bar, tavola calda...) dove mia figlia alla vista delle turiste, calzanti eleganti scarpe munite di alto tacco o leggeri sandali infradito, rimane letteralmente sbigottita. Siamo a ferragosto e tutto è possibile…proseguiamo il nostro rientro mentre l’ovovia continua il suo incessante lavorio.





Lago del Malghetto superiore

Discendendo per la strada di servizio sbuchiamo a valle di Marilleva 1400 e dobbiamo quindi risalire sulla provinciale per un paio di chilometri per ricuperare l’automobile.
Marilleva…      Durante quest’ultima camminata sull’asfalto la possiamo osservare bene, cadente, squallida... vendesi di qua e vendesi di là…. Uno scempio ambientale, una “genialata” urbanistica, architettonica, economica, realizzata dal nulla, una quarantina di anni fa, con l’avvallo “lungimirante” dei politici locali (consapevolmente convinti? Allineati a decisioni prese in alto loco? Ingenui e incapaci di valutazioni personali? In qualche modo interessati?) Il tutto nonostante le notevoli perplessità della popolazione e il parere contrario e ben motivato di associazioni, gruppi culturali, opposizioni politiche… Ma si doveva intervenire, senza se e senza ma, “lanciare” la valle nel turismo invernale, senza badare troppo alla qualità e alla sostenibilità, dell’intervento. Troppi interessi immediati, grandi e piccoli…. Oggi si parla di progetti di riqualificazione… Riqualificazione difficile…problematica... e probabilmente economicamente insostenibile. E poi diciamocelo sinceramente, non è possibile RI-qualificare, tornare a qualificare, una Marilleva che mai è stata un centro turistico qualificato… Ma di questo ed altro ho già detto in un altro mio post.


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