Andar per funghi...

  ...nei boschi dell'abate Bresadola.






Fine agosto, inizio settembre. Finalmente nei dintorni del paese è comparsa una discreta varietà di funghi dopo settimane e settimane di quasi totale assenza. Finora imbattersi in un porcino era quasi un accadimento eccezionale, di cui valligiani e turisti “dicevano” a lungo...





Si trovavano quasi esclusivamente “finferli” (Cantharellus Cibarius - gallinaccio) e anche in buona quantità, come negli anni passati. Ora non più... ora non solo "finferli"... Il bosco ora ha iniziato a donare anche altri "frutti" seppure ancora con una certa parsimonia.



Ma, nel complesso, stagione questa avara di funghi nonostante che, a detta di tutti, le condizioni meteorologiche siano state piuttosto favorevoli. Pioggia e sole non sono mancati... Quale allora la causa? C'è chi parla di cambiamenti climatici, di un inverno senza neve per lunghi periodi e conseguentemente di terreno gelato in profondità... ma probabilmente i motivi sono ben altri, molto più articolati, vari  e complessi... motivi che solo il nostro conterraneo, il grande micologo Giacomo Bresadola, avrebbe forse potuto individuare e argomentare.





Dispiace doversi accontentare per quasi tutta l'estate di pochi “piatti” a base di soli “finferli” rinunciando alle abbondanti porzioni di “misto” sapientemente dosato e cucinato o ad un risotto con i porcini secchi o a delle belle “ombrelle” (Lepiota Procera - mazza di tamburo) impanate.






Ma dispiace ancora di più girovagare nelle selve senza poter ammirare la stupenda varietà di vistosi funghi o di timidi funghetti, multiformi e multicolori che solitamente, durante l'intera stagione estiva, impreziosiscono il sottobosco.




Perché, se è sicuramente desiderabile gustare, di tanto in tanto, un bel contorno di funghi e se, ancora di più, è appassionante percorrere velocemente in lungo e in largo il bosco alla ricerca vincente della “brisa” (Boletus Edulis - porcino) più grande, sana e bella, da alcuni anni trovo decisamente più emozionante camminare lentamente tra muschi, felci, mirtilli osservando con tranquillità e attenzione ogni minuscolo particolare che impreziosisce il sottobosco...





Guardare, osservare... ciò che di bello il bosco ci offre, i cespugli, le erbe, i fiori, i frutti, e i funghi nella loro incredibile varietà di dimensioni, forme, colori... nell'ombra scura e compatta del bosco fitto, nella luce abbagliante del primo pomeriggio che filtra violenta tra gli alberi radi o nel chiarore caldo ma tenue dell'alba o del tramonto...




...funghi minuscoli, appena visibili e funghi giganteschi spesso coriacei, legnosi... funghi morbidi, vellutati, lisci, asciutti o viscidi, ruvidi, rugosi, squamosi ma soprattutto funghi arricchiti dalle gocce di rugiada o inzuppati dalla pioggia caduta nella notte... funghi che luccicano, brillano sfiorati dai raggi radenti del primo mattino che filtrano, qua e là, tra i rami degli abeti creando incredibili giochi di luci e di ombre.




Poi, camminando e meditando, ci si accorge che magari vale la pena di raccogliere un esemplare sconosciuto, che ci incuriosisce particolarmente per cercare di classificarlo, di individuarne “nome e cognome”, commestibilità o tossicità, luoghi di crescita, ecc. ecc. (sulle orme del grande Bresadola), utilizzando, al nostro ritorno, qualche bel manuale di micologia, semplice... alla nostra portata.


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Località "La Gnoca" nei pressi di Carciato - Dimaro.  Terza tappa del “percorso bresadolano” dedicato ad uno dei personaggi più illustri della Val di Sole, don Giacomo Bresadola. Qui l'Abate si recava per la ricerca dei funghi da analizzare.
Il Percorso Bresadolano è costituito da cinque tappe che attraversano l’intera valle seguendo il cammino fatto in vita da don Giacomo Bresadola. Oltre alla località "La Gnocca" sono tappe del percorso  l’abitato di "Magras", il paese in cui egli venne nominato curato negli anni ’70 dell’800,  i boschi delle “Tovare” di Terzolas  e della "Derniga" di Ossana, punti preferiti per la raccolta dei funghi, e ovviamente il paese di "Ortisè", il piccolo abitato nel comune di Mezzana che diede nel 1847 i natali a questo presbitero tuttora considerato come il padre internazionale della micologia. 




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