Sul Colle Tomino a Ossana

La Chiesa di S. Antonio, l’antica Via Crucis, e il Parco della Pace

“Mesta, dal suo nido roccioso nascosto dal verde di un boschetto di conifere, la chiesette di S. Antonio di Padova domina l’ampia conca tra Cusiano ed Ossana, e guarda e chiama con la sua campanella chi, dato un addio alla vita, cerca ai piedi di quel santuario,all’ombra silente dei pini una fossa tranquilla per il lungo sonno della morte”. Così lo storico solandro Giovanni Ciccolini descrive la Chiesa di S. Antonio sul Colle Tomino nel suo prestigioso libro di storia locale “Ossana nelle sue memorie”, edito per la prima volta nel lontano 1913, .






La chiesa di S. Antonio da Padova, costruita tra il 1686 e il 1718, è considerata l’edificio più significativo del barocco solandro. Ad una navata, con volta a botte affrescata dal pittore Giovanni Marino Dalla Torre, contiene tre altari di cui il maggiore, con quattro importanti colonne e una statua del Santo opera di Alessandro Prati è in marmo mentre i due laterali sono in legno dipinto. Ricche le decorazioni a stucco opera di Filippo Boni e numerose  le tele realizzate da Domenico Bonora di Cavalese che adornano le pareti della chiesa.
Tra il 1733 e il 1739 vennero eretti i capitelli dell’emozionante percorso della Via Crucis lungo una stradina che dal piano sale alla sommità del colle.
Lateralmente all’entrata della chiesa è stato posto un singolare monumento a ricordo della tragedia aerea del Monte Giner, a monte di Val Piana, del 22 dicembre 1956.
Alle pendici di colle, a sera, con vista sul Castello di S.Michele, è ubicato il Cimitero Civile e al suo esterno, sul viale d’accesso, nel 1970 venne realizzato il monumento ai caduti con la bella statua bronzea del soldato morente opera del pittore e scultore solandro Livio Conta.




A mattina si trova il Parco della Pace, ex Cimitero della Prima Guerra Mondiale con il Monumento al Soldato Austriaco opera dello scultore tirolese Ohtmar Schrott-Vorst.
Larici secolari avvolgono da sempre le pendici del colle e donano all’insieme un aspetto suggestivo: vale la pena visitare questo sito anche solo per immergersi nell’ombra del bel lariceto
Un sito, il Colle Tomino, ricco di storia e di arte.
Qui si ricordano le persone che ci hanno lasciato, i soldati del paese caduti durante le due guerre mondiali, i morti della tragedia aerea del Monte Giner, i militari austroungarici deceduti durante il primo conflitto mondiale e che qui, dove ora si estende il Parco della Pace, furono provvisoriamente sepolti. 
Qui gli amanti dell’arte, delle cose “belle” soddisfano la loro passione e gli amanti della natura si rasserenano nel lariceto secolare e ammirano, dall’alto del colle, i boschi e i monti che circondano la vallata.
Qui i credenti percorrono mestamente le Via Crucis ricordando la Passione di Gesù e pregano nella chiesetta di S. Antonio e i non credenti, gli scettici e i dubbiosi si emozionano di fronte alla spiritualità che pervade questo luogo di pace…





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Informazioni dettagliate sul Colle Tomino, La Chiesa di S. Antonio, la Via Crucis e il Parco della Pace si possono trovare nel libro di Luciano Bezzi "Il cimitero austro-ungarico di Ossana", ma anche in "Ossana - Storia di una comunità" di U. Fantelli e A. Mosca e nel già citato "Ossana nelle sue memorie" di G. Ciccolini. Questi testi dovrebbero essere reperibili presso le biblioteche della valle.





A margine....


L'edicola della Via Crucis gravemente danneggiata dalla caduta di un larice
Riprendo dal sito internet “Trentino Grande Guerra – Il portale della Prima Guerra Mondiale” del “Museo Storico Italiano della Guerra” a Rovereto:
IN VISTA DEL CENTENARIO PARTE IL RESTAURO DI COLLE TOMINO AD OSSANA
Pubblicato il 20 gennaio 2012
Sono partiti i restauri del complesso monumentale di Colle Tomino ad Ossana. La Sopraintendenza per i beni architettonici, dopo aver eseguito numerosi sopralluoghi, ha deciso di affidare l’incarico all’architetto Andrea Lazzaroni. I lavori, che comporteranno una spesa complessiva di circa 260.000, interesseranno le edicole settecentesche del Calvario, le mura di cinta che sostengono l’intero complesso, ed il monumento ai caduti del primo conflitto mondiale. I lavori al monumento dovranno essere terminati entro il 2014 in vista delle celebrazioni del centenario dall’inizio della Grande Guerra.


Questo il racconto del mio incredibile colloquio con l’immagine del Cristo nel capitello semidistrutto della VI^ Stazione della Via Crucis sul Colle Tomino.

Così parlò l’immagine di un povero Cristo…

Qualche tempo fa, durante la discesa dalla sommità del colle verso il Parco della Pace percorrendo a ritroso la Via Crucis, udii un flebile lamento provenire da uno dei capitelli. Veniva senza dubbio dalla VI^ Stazione, “La Veronica che asciuga il volto di Gesù”, edicola gravemente danneggiata, qualche inverno fa, dal crollo di un enorme albero di larice e interamente avvolta da un telo più o meno impermeabile nell’economico tentativo di ripararla dalle intemperie. Sorpreso mi avvicinai e con cautela sollevai il telo scoprendo le rovine del capitello. Ero incuriosito e pronto a soccorrere l’animaletto in difficoltà, uccellino, gattino, cane o scoiattolo che si lagnava e che lì sotto doveva aver trovato rifugio. Nulla... Niente di niente... Pensai:
“Avrò sentito male”.
Stavo per andarmene quando la voce lamentosa si fece nuovamente udire:
“Dove vai ? Fermati… aiutami…aiutami…ti prego... aiuto!”
Sbalordito e spaventatissimo esclamai:
“Chi è ? Ma chi parla ?"
Miracolo dei miracoli! I miseri resti dell’immagine del Cristo caduto non solo sotto il peso della croce ma anche sotto un pesante larice stavano parlando, mi stavano supplicando.  Rimasi di stucco… No, non era possibile, si trattava sicuramente di una allucinazione… tremavo tutto…  La voce riprese con più vigore:
“Tranquillizzati... non temere... non avere paura, sono Io, l’immagine del Cristo… non vedi come sono ridotta? Aiutami se puoi! Non bastavano le botte, gli insulti, la corona di spine, il peso della croce che devo trascinare fin lassù, sulla cima del Colle Tomino… anche un pesante larice doveva cadere sulle mie povere spalle che già sopportano il peso di tutti i peccati del mondo… Ora, come vedi, sono malconcia, mi sto a poco a poco sbriciolando e sono costretta anche a sopportare questa umidità che mi provoca mille dolori reumatici… Sono anni che mi trovo in questo stato… due, tre, quattro anni, non ricordo più… Confidavo che l’immagine della cara Veronica potesse aiutarmi asciugando non solo il mio volto ma anche l’umidità che c’è qui dentro ma come vedi anche lei si sta decomponendo tutta, al pari mio”
Sogno o realtà? Ero sconvolto, non sapevo proprio che dire. Se ben ricordo, mi sembra di aver aggiunto tutto intimorito, quasi a giustificarmi:
“Ma io cosa posso fare? Sono un pensionato, posso fare ben poco: solo far conoscere la Tua sofferenza, raccontando dei Tuoi lamenti a quei pochi che vorranno ascoltarmi e soprattutto credere ad un attempato vecchietto. Comunque coraggio… Non disperare... Abbi fede… perché sono certo che tra non molto tutto si sistemerà”
“Si, lo voglio credere anch’io, devo avere fede e speranza”.
Disse alquanto rincuorata la figura del Cristo e così proseguì:
“Anche perché sono quasi certa, qualcuno di fiducia me l’ha assicurato, che chi di dovere si è da tempo attivato e dal lontano capoluogo dovrebbero salire quassù, a breve, dei bravi restauratori per sanare le mie ferite. Ma quanto tempo dovrò ancora aspettare? Mi sto sminuzzando sempre più. Confido comunque molto nella gente di qui che certamente ha preso a cuore la mia precaria situazione, e credo solleciti ogni giorno l’intervento dei capi del capoluogo dove tutto si decide perché inizino ben presto i lavori veri, prima che sia troppo tardi. Si, gli abitanti di qui devono essere addolorati e penso si impegnino a fondo per salvare me e l’intera Via Crucis. In primis gli amministratori che, io ben Io so, sono sempre attenti a incentivare con "belle" pensate le visite ai gioielli del posto e così presumo saranno impegnati notte e giorno a sollecitare l’intervento di restauro delle edicole di questo luogo, così ricco di storia, in modo da attrarre in futuro un grandissimo numero di turisti per la gioia e il  benessere economico di tutti i censiti. Poi almeno qualcuna delle associazioni e  delle devote persone, che realizzano ogni anno decine di presepi per le vie del paese o che depositano immagini e statuette dei santi e dei componenti della Mia Sacra Famiglia nei boschi e nei dintorni dei villaggi, penserà sicuramente anche alle Mie precarie condizioni e si preoccuperà per la triste sorte delle immagini sacre di questa antica Via Crucis e agirà quindi di conseguenza... No, credo che nessuno mi abbia abbandonata e molti in paese si staranno sicuramente attivando per far si che la mia situazione non peggiori ulteriormente e che in tempi brevi, incalzando chi di dovere, mi si ridoni un pochino di salute… Però non posso non pensare, ma magari mi sbaglio, perché tecnico non sono e sono solo abituata a volare alto... dicevo che non posso non pensare che, nel frattempo, si poteva porre, sopra la mia martoriata e inumidita testa, una semplice tettoia... e volendo, si potrebbe collocare anche adesso un semplice riparo... che seppure in ritardo non guasterebbe... ma forse pretendo troppo… o sarebbe un intervento superfluo ?”.
Ero sconcertato da questo fiume di parole...
“Non sono proprio in grado di valutare ma sono convinto che tutto si aggiusterà, ne sono sicuro."
Dissi e continuai più o meno così:
"Tu lo sai, io non sono particolarmente devoto. Disapprovo ad esempio le croci svettanti sulle vette di molti dei nostri monti, non mi piacciono, le cime sono belle, pure e nude, così come chi rappresenTi le ha create, e poi chissà… un giorno queste croci potrebbero entrare pericolosamente in competizione altimetrica con le mezze lune di altre fedi, non sarebbe il primo caso... Non sono particolarmente devoto Ti dicevo ma questa Via Crucis, pur non essendo un artistico capolavoro, mi piace proprio … questo è un posto intriso di pace e di spiritualità che induce a riflettere… Sono, come sai, un frequentatore abituale del Colle Tomino. Chissà quante volte mi avrai visto girovagare pensieroso in questo luogo di pace e di meditazione. Sarebbe una grave colpa, un peccato mortale, quasi un sacrilegio, giudica Tu, che l’incuria degli umani lo abbandonassero a se stesso ancora a lungo…  ma certamente non è così, devi avere fiducia… devi avere  fede e speranza, come già Ti ho detto e anche molta carità, grande misericordia, nel comprendere e perdonare l'inadeguatezza e il ritardi di noi umani. Vedrai che dal capoluogo prima o poi giungeranno le persone in grado di rimetterTi in sesto. Da parte mia posso solo far conoscere a quei pochi che leggono i miei scritti la Tua sofferenza e la Tua  più che giustificata impazienza…”
13 novembre 2015



26 aprile 2016















Sicuramente il "povero Cristo" della VI^ stazione della Via Crucis si sentirà rassicurato e più sereno.

















26 aprile 2017







Un altro anno è trascorso...
e dell'immagine del “povero Cristo” nella VI^ stazione della Via Crucis ben poco rimane...


Mi rivolgo timoroso a ciò che resta dell'immagine ma non ottengo risposta, come temevo....
Io l'avevo illusa, l'immagine del Cristo, molto tempo fa, rassicurandola e garantendole che ben presto chi di dovere sarebbe intervenuto per sanare le sue ferite ma è evidente che finora ben poco è stato fatto. Quindi, giustamente, l'immagine si sarà indispettita, irritata nei miei confronti e non intende parlarmi. Ma no... forse non è così... lei sa comprendere e perdonare... Forse l'immagine del Cristo si è semplicemente del tutto disciolta... semplicemente non vive più... è morta.





La pioggia che oggi scende sul Colle Tomino, dopo mesi di siccità, potrebbe essere il segno tangibile del suo dolore, potrebbe essere il frutto del suo pianto. Le gocce che precipitano copiose dal cielo potrebbero essere le sue lacrime, lacrime di dolore che ci ricordano le nostre inadempienze, la nostra incomprensione davanti alle sue sofferenze.
Ma io resto ottimista. La povera immagine del Cristo prima o poi risorgerà, ritornerà in vita e allora, chissà... forse vorrà ancora parlarmi...
Del resto, durante quest'ultimo anno, qualcosa, in verità molto ma molto poco, è stato fatto per ridare lustro a questa storica Via Crucis. Piccoli, minimi lavori ma che denotano, si spera, la buona disposizione ad intervenire per il recupero l'intero complesso monumentale del Colle Tomino. Comunque restano “lavori minimi”, irrilevanti, che certamente non corrispondono alle necessità e alla premura che una situazione tanto degradata richiederebbe. Chissà... si dice in giro che chi di dovere sia povero, che manchino i denari. Sarà anche vero ma come mai i denari per strani progetti, per altri interventi meno urgenti se non inutili, per iniziative poco rilevanti e attività talvolta futili si riescono sempre a trovare? Come mai? Esistono delle priorità... anche questo si dice in giro...

26 aprile 2018
Trascorso esattamente un altro anno, l'ennesimo, rieccomi ancora una volta davanti alla VI stazione della Via Crucis: “La Veronica asciuga il volto del Cristo”. Ormai dell'immagine del Cristo e di quella della Veronica non è rimasto quasi nulla... Però, finalmente, pare ci siano “buone nuove”...
A breve, così riportano i mass media, dovrebbero iniziare i tanto sospirati lavori di consolidamento e restauro della VI^ edicola e dell'intera Via Crucis... è trascorsa solo una decina d'anni. Se si fosse intervenuti prima, se si fosse, fin dall'inizio e, con opportuni criteri, adeguatamente protetta l'edicola dall'umidità che ha sminuzzato il dipinto, l'immagine del Cristo forse si sarebbe potuta salvare, almeno parzialmente. Forse... dico forse, perché la mia è solo un'opinione, un parere di persona del tutto incompetente. Resta il fatto che dall'evento rovinoso è inutilmente passato molto tempo senza che nulla si facesse, il degrado si è via via dilatato e ora lo stato di abbandono e disfacimento è ben percepibile anche agli occhi di un incompetente.
I "media" dicono che l'intera spesa per i lavori di restauro ricadrà sul bilancio comunale, dicono che l'amministrazione comunale si è accollata l'intero costo dell'intervento di risanamento (onore al merito) perché chi sarebbe, a suo tempo, dovuto intervenire, laggiù, nel capoluogo “dove tutto si decide”, dopo le promesse e i progetti, si è reso latitante (questo ancora si dice) per carenza di spiccioli. E questo riportano i mass media locali... A questo punto non posso non chiedermi come la nostra ricca Provincia non sia riuscita in tutti questi anni a trovare quattro denari da sacrificare sull'altare della conservazione e valorizzazione di un sia pur secondario “monumento”, una settecentesca Via Crucis certamente non di artistica fattura ma che è comunque, per noi valligiani, un “segno” importante del nostro passato. Quello che è grave e che laggiù, nel capoluogo dove tutto si decide, i denari sembra che non manchino... naturalmente per interventi di altro genere per i quali naturalmente si riescono sempre a trovare... soprattutto per finanziare interventi a sostegno di un sviluppo che, nelle nostre valli, viene spacciato per sostenibile (si parla dell'ambito turistico) ma che in realtà, a mio giudizio, troppo frequentemente si rivela poi paesaggisticamente e ambientalmente deleterio. Un solo, recente, esempio, sempre rifacendomi a quanto diffuso dai vari "media". Una bella somma (se ho ben compreso, circa 12-13 volte più del costo dei lavori di sistemazione della Via Crucis in questione) sarà destinata al rifacimento del trampolino di salto con gli sci a poca distanza dal nostro Colle Tomino. E' un'opera considerata importantissima, un intervento a quanto pare indispensabile (cosa sarebbe al giorno d'oggi una valle trentina senza il suo bel trampolino da cui volare inverno ed estate... tutti ne sentirebbero la mancanza). Sì, penso anch'io che il trampolino tutto considerato sia importante ma esistono delle priorità... e investire sul proprio patrimonio storico, conservare e valorizzare ciò che resta del nostro passato, è sicuramente, a parer mio, una di queste priorità dove, quindi, sarebbe necessario spendere “prioritariamente” il denaro pubblico. Ma spendere lì, forse, paga meno, elettoralmente...
Cosa sarebbe oggi una valle trentina senza i “segni” del suo passato, compresi i segni del “sacro” comunque lo si intenda? Cosa sarà di una popolo, che abbagliato solo dalle luci di un fatuo progresso, dimentica le sue origini, il suo passato, la sua storia? Spesso si usa dire che se un popolo dimentica il suo passato non ha futuro... sarà vero?

26 aprile 2019

E' trascorso un altro anno... esattamente un anno, dal 26 aprile 2018 al 26 aprile 2019. Nel frattempo, come già avevo segnalato, sono iniziati, eseguiti e, presumo, conclusi i lavori di consolidamento e restauro dell'intero complesso monumentale del Colle Tomino, dell'antica Via Crucis e dell'imponente struttura che sovrasta il Parco della Pace ex cimitero austroungarico ai piedi dell'incantevole altura. Un bel lavoro, davvero bello ma soprattutto un'opera indispensabile, invocata da tempo. Un'opera che l'amministrazione comunale ha portato a termine da sola, in proprio, senza l'intervento finanziario che gli organi provinciali avevano concesso e poi negato prolungando così i tempi di attesa dei lavori di risanamento. Almeno per quanto ne so...
Ora, finalmente si può affrontare la salita del Colle Tomino, costeggiando i capitelli rimessi a nuovo, senza il timore di deprimersi... ed è appunto quello che faccio oggi, 26 aprile, con l'ombrello aperto, sotto una pioggia fitta ed ininterrotta.



Sostando, per qualche istante, davanti alla VI stazione , l'edicola colpita dalla caduta di quel larice che la danneggiò una decina d'anni fa, non posso però non dispiacermi, ancora una volta, osservando, sul suo fondo, ciò che rimane dell'affresco (o pittura che sia) che un tempo ritraeva la Veronica intenta ad asciugare il volto del Cristo. Di quella immagine restano solo poche croste colorate che non lasciano nemmeno lontanamente intravedere ciò che un tempo contribuivano a rappresentare.
Ed è così che, per qualche istante, la mia mia stravagante mente vede solo lacrime nelle gocce di pioggia che mi martellano in continuazione. Pesanti lacrime di dolore che il Cielo invia sulla terra. Un pianto ininterrotto... il pianto del Cielo davanti ad una perdita così preziosa, davanti ai miseri resti dell'effige del Cristo. La stessa effige che, alcuni anni fa, quando era ancora ben percettibile, fu in grado di parlarmi (così almeno volle la mia immaginazione)... che mi si rivolse lamentandosi del suo precario stato, lagnandosi dell'umidità che a poco a poco la stava dissolvendo... quell'effige che io ingenuamente rassicurai, che illusi prospettandole una guarigione ormai prossima, vicinissima. Così purtroppo non è stato... e ora il Cielo piange.
L'immagine del Cristo non è “risorta” a nuova vita e dispiace pensare che se si fosse intervenuti prima, nei limiti del fattibile subito dopo l'evento calamitoso, proteggendo il capitello dalla neve, dalla pioggia, dalle infiltrazioni (e bastava una semplice tettoia) probabilmente la figura del Cristo si sarebbe potuta salvare. Ma tant'è...




Ottimo il lavoro di risanamento complessivo della Via Crucis ma, a ben guardare, il lavoro non è del tutto finito... La II edicola, “Gesù è caricato della croce”, a suo tempo pure gravemente danneggiata dal crollo di quel famoso larice secolare, non è stata ancora riparata. Non vorrei, o meglio non vorremmo attendere altri dieci anni...



31 maggio 2020
 




Ultimissimo aggiornamento con più di un mese di ritardo rispetto ai miei annuali consueti interventi. Ritardo dovuto all'impossibilità di raggiungere il Colle Tomino per la pandemia da coronavirus.
Pur essendo al corrente dell'intervento di restauro effettuato da tempo sulle pitture di tutte le edicole della Via Crucis (di tanto in tanto quel lavoro l'ho pure seguito “disturbando” l'opera delle restauratrici) ho comunque voluto attendere la solita scadenza per potere corredare il mio “racconto” con le fotografie della nuova situazione.

Dopo il conclusivo risanamento di tutte le edicole della Via Crucis sono certo che anche l'immagine del Cristo della VI Stazione, “la Veronica asciuga il volto di Gesù”, sia soddisfatta, o comunque sicuramente più serena... Come per magia, il dolente viso del Cristo, come quello della pia donna, sono emersi dalle umide croste che, nonostante tutto, ancora li contenevano...








Peccato che parte della scena sia andata definitivamente perduta. Poteva andare peggio ma pure meglio se si fosse intervenuti per tempo... Comunque, dopo ben un decennio d'attesa, si può essere contenti dell'opera finalmente e definitivamente portata a termine...  









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