Alle sorgenti del Noce

“Il fiume Noce nasce al Corno Dei Tre Signori” ci insegnava il maestro Aniceto alle elementari… Ma dove si trova questo posto? Perché si chiama così? Ci chiedevamo noi piccoli alunni…

Oggi, trascorsi moltissimi anni, mi reco, di tanto in tanto, zaino in spalla e macchina fotografica a portata di mano, alla testata della val del Monte dove posso ammirare la cima del  Corno Dei Tre Signori,  E' un luogo poco frequentato, dove in un contesto paesaggistico imponente e selvaggio si possono fare interessanti incontri, marmotte, camosci, cervi, l’aquila… e qualche vipera.
Peccato che, da almeno due anni, il sentiero canonico che si inoltra da Malga Paludei non sia praticabile; la passerella sul Rio Valpiana che scende vorticoso dal San Matteo, divelta da una piena, non è più stata ricostruita (almeno fino allo scorso mese di settembre). Si potrebbe forse tentare di salire da Malga Palù, in fondo all’omonimo lago, seguendo tracce non segnate e pochissimo praticate, sulla sponda destra del Noce. Sentieri di pastori e cacciatori che in zona hanno le loro altane e postazioni.
Comunque prima o poi il ponte verrà riposizionato e si potrà procedere... e procedendo appunto sul sentiero, oltre la valletta che ho ritratto nelle fotografie, si giunge al Passo della Sforzellina che mette in comunicazione la Val di Peio con la zona del Gavia.  Riposando, per il momento... nella valletta, sulle rive del fiume, limpido e sinuoso,  si osservano incombenti, sulla destra orografica, le ripidissime pareti della Montagna di Ercavallo sulle cui creste erano attestate le truppe italiane durante la grande guerra. A questo proposito si racconta che una pattuglia di coraggiosi tentò una sortita contro il presidio austoungarico di Malga Paludei. Ma torniamo a noi. Sulla sinistra orografica si può salire in Vallombrina, con la sua cascata e il bel laghetto e proseguire eventualmente fino al bivacco Battaglione Ortles posto sul versante opposto, sul versante che sovrasta il Gavia. Quest'ultima parte dell'escursione però non mi sono mai sentito di portarla a termine per la difficoltà del percorso.
E' curioso notare come, in questa zona così ecologicamente uniforme,  il confine del Parco Nazionale dello Stelvio assuma una strana configurazione: segue infatti l'alveo del Noce spaccando in due la testata della val del Monte. Solo il territorio in sponda sinistra fa parte del parco. Sarebbe interessante conoscere i motivi di questa scelta, visto che poco più a valle, al contrario, la zona del Montozzo è stata interamente inclusa nel parco pur trovandosi in sponda destra Noce. Inoltre la zona a parco in val Montozzo è molto estesa e raggiunge il crinale dell'Ercavallo, immediatamente sovrastante il nostro sito ed è quindi prossima al fiume Noce nella nostra Val del Monte. Si viene così a creare un sottilissima striscia di territorio non protetto ed aperto alla caccia, tra le creste dell'Ercavallo e il Noce, zona che si incunea nel parco e che sarebbe, a mio avviso, di buon senso eliminare unificando confini così prossimi. Ma probabilmente così non è.


P.S.  Nella pagina Facebook della SAT di Peio trovo che è stato riattivato nell'estate del 2013 il vecchio percorso (110 ?) che dalla Malga Palù sale in sponda destra Noce fino al pianoro in val del Monte congiungendosi al sentiero proveniente dalla malga Paludei non praticabile per l'assenza della passerelle sul rio Valpiana... E' bene informarsi...


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

io sono arrivata solo fino a malga Paludei, ma queste foto meravigliose fanno venir voglia di proseguire...
complimenti per il blog
cristina

Anonimo ha detto...

Ho percorso il nuovo 110, quello sulla sponda dx orografica, lo scorso settembre. Il sentiero è molto ben segnato, nella scorsa stagione le abbondanti piogge hanno però mantenuto molto "motoso" il terreno, oltretutto essendo zone di pascolo ... diciamo che a lungo abbiamo camminato in un ambiente in cui il letame non mancava. Il percorso che sale nelll'altissima valle del Noce è davvero bellissimo, non ero mai arrivato prima alle sorgenti del Noce, anche se mi ci ero avvicinato qualche anno fa facendo l'itinerario altrettanto selvaggio che sale al Lago di Vallumbrina. Complimenti per il blog e saluti da Giovanni