Il bramito del cervo: emozioni nel Parco Nazionale dello Stelvio.



Autunno: una incantevole stagione sui monti della Val di Sole.

I colori mutano rapidamente, di giorno in giorno.
Il sole è basso sull'orizzonte e le ombre degli abeti e dei cembri si allungano nelle radure sulle erbe secche e sui ginepri gelati. La neve ha imbiancato le cime circostanti. Sui pascoli alti la brina brilla alle prime luci del giorno e i larici ormai biondi scintillano in controluce.


La stagione turistica estiva si è conclusa e gli escursionisti nel Parco nazionale dello Stelvio sono rari. Nel silenzio e nell'oscurità della notte si diffonde da lontano il canto d'amore dei cervi. Mi fermo e ascolto. Una magia, una grande emozione. Ma anche un brivido di timore quando il cervo si trova a pochi passi nel folto del bosco, al buio, prima dell'alba. Un potente bramito che per un attimo mi ghiaccia il sangue nelle vene. Un batticuore.


Più tardi, al sorgere del sole, ben nascosto dietro un masso, un cespuglio o un tronco di larice, osservo nella radura il cervo dominante che bramisce ingaggiando duelli vocali con i concorrenti e conquistata la supremazia dell'harem lo controlla instancabile, lo protegge dalle intrusioni confrontandosi e scacciando gli antagonisti, inseguendo e radunando le femmine più restie...
Non è impossibile che qualche maschio nel suo sfrenato inseguimento della cerva in calore mi passi vicinissimo rischiando di travolgermi.


Sono molti anni che, tra la metà di settembre e la metà di ottobre, assisto allo spettacolo dei cervi in amore in diverse località del parco in Val di Pejo.
Inizialmente questi maestosi selvatici erano veramente pochi nel parco: osservarne qualcuno durante le mie prime e ormai lontane escursioni costituiva un evento da raccontare a familiare e amici. Poi in pochi anni il numero dei cervi è cresciuto notevolmente creando problemi alla rinnovazione del bosco, ai prati di fondovalle, ai pascoli e alla diffusione degli altri ungulati. La grande nevicata dell'inverno 2008-09 ha ridotto di molto la consistenza numerica del cervo: spesso è la stessa natura che provvede a controllare le popolazioni animali in abnorme espansione senza che si renda indispensabile l'intervento dell'uomo. Ora il numero di questi stupendi cervidi è più contenuto anche se a me sembra in costante lenta ripresa.

" La vita degli spettacoli naturali è solo nel cuore degli uomini; per vederla bisogna sentirla"
J. J. Rousseau
Le mie uscite dello scorso autunno sono state poche, limitate dalle condizioni meteorologiche avverse. Sono salito alcune volte in Val del Monte, con il mio amico Germano che mai aveva assistito allo spettacolo dei cervi in amore. La località che maggiormente abbiamo frequentato è stata la fascia al limite della vegetazione arborea a monte della stradina che da malga Giumela porta a malga Paludei, lungo il lago di Pian Palù. Le fotografie che ho postato più sotto sono state scattate in questa zona. Altre volte ci siamo recati nella Val dei Orsi  anche se è un po' meno frequentata dagli ungulati rispetto al passato. Ma di questo scriverò in un altro post.



Guarda le fotografie in Google Foto










I due video con una risoluzione migliore si trovano in YouTube. Per vederli cliccare su: Cervi nella neve e Cervi in autunno

Chi fosse interessato agli aspetti tecnici della gestione del cervo nel Parco Nazionale dello Stelvio può scaricare QUI in formato pdf uno studio molto approfondito su queste problematiche.


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