Camosci in Val de la Mare



Con l’amico Germano sono salito da Malgamare fin quasi alla Forcella Vedretta Alta. Erano parecchi anni che non mi cimentavo in questa impresa, perché quasi di impresa si tratta alla mia età. In passato questa era un’escursione che ripetevo almeno una volta all’anno, da solo o in compagnia. L’ultima volta fu molto divertente. Ero con mia figlia Elena e scendemmo a valle ”sciando” sui nevai per un lunghissimo tratto,  fino a raggiungere il Lago delle Marmotte. Era l’inizio di luglio e c’era ancora molta neve. Ricordo che in un’altra occasione io e Luigi, il compagno di tante avventure, facemmo il bagno in uno dei piccoli laghi che si trovano a quasi 3000 metri di quota: era l’estate del 2003, eccezionalmente calda.


Questa zona offre un maestoso panorama che spazia sulle cime del Gruppo Ortles-Cevedale: la cima del Vioz, il Palon de la Mare, Rosole, Cevedale,  Zufal, Gran Zebrù. Ma non solo. Qui è facile avvistare branchi di camosci, molte femmine con i loro piccoli. La distanza di fuga di questi animali nel parco dello Stelvio è ridotta rispetto alle zone aperte alla caccia. Il camoscio, come gli altri ungulati, qui è più facilmente avvicinabile, e si riescono a scattare delle buone fotografie ma manca l'emozione dell'appressamento, ad un animale reso più timoroso e sospettoso, fuori dei confini delle aree protette. In passato ho fotografato anche il raro picchio muraiolo che nidifica sulle ripidissime pareti rocciose che sovrastano la zona delle Pozze. In volo sembra una grande farfalla con le ali macchiate di rosso ed è veramente emozionante poterlo osservare. Capita anche di incontrare, raramente in verità, un ermellino o una pernice bianca.  


Ho qui postato le  immagini dell’escursione della scorsa estate. Sono soprattutto  fotografie di camosci ma ho immortalato anche lo straordinario paesaggio che si gode lungo il cammino (immagini HDR). Il percorso è quello indicato nella cartografia. Fino al Lago Lungo si segue un comodo e frequentato sentiero. Oltrepassato il lago si devia sulla destra, tra pietraie e piccole praterie fino a raggiungere il sentiero che dal Rifugio Larcher porta alla diga del Careser. Si cerca la segnaletica per la traversata al rifugio Dorigoni (Cima Lago Lungo – Vedretta del Careser). Si segue il sentiero, se così si può chiamare, e ci si inerpica fino alle Pozze. Percorso ripidissimo, sconnesso e confuso. Alle Pozze (numerosi piccoli laghetti) si lascia il tracciato segnato e ci si inoltra sulla sinistra, nella valletta seguendo i numerosi ometti. Non esiste sentiero ma tutto è intuitivo e facile. Per osservare i camosci generalmente è opportuno salire in cresta, sulla sinistra. Un
percorso alternativo prevede la salita dal rifugio Larcher al Lago delle Marmotte e alla cima Nera per poi raggiungere la Forcella Vedretta alta.  E’ questa un’escursione più suggestiva dal punto di vista paesaggistico ma probabilmente meno vantaggiosa per il fotografo interessato a riprendere i selvatici.


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